Autodifesa Digitale e Hacking del Sé
Incontri con le classi terze dell’I.I.S. Boscardin di Vicenza
Anche quest’anno l’istituto Boscardin di Vicenza ha coinvolto il gruppo Ippolita per portare l’autodifesa digitale nelle scuole. Con più urgenza degli scorsi anni abbiamo cercato di discutere assieme sulle dinamiche che ci vengono imposte dalle piattaforme digitali commerciali, problematizzandone il loro funzionamento.
Punto di partenza, una volta esserci dett* come abbiamo passato gli ultimi mesi e come stiamo, è stata una riflessione critica collettiva su dove siamo e cosa comporta usare una piattaforma privata per vedere garantito il diritto alla scuola. Abbiamo cercato di leggere tra le righe dei termini di servizio e di comprendere l’opaco legalese delle privacy policy.
Una volta capito dove eravamo, la riflessione si è spostata sui dispositivi, sulla nostra relazione con lo smartphone, ribaltando il punto di vista: ci siamo immedesimat* nel dispositivo, provando a capire quali sono i suoi desideri, i suoi bisogni e le modalità relazionali che spesso ci impone.
Ci siamo poi dedicat* alle strutture delle interfacce. Giocando assieme abbiamo decostruito le interfacce delle app commerciali più utilizzate all’interno di ciascun gruppo, capendo cosa vuol dire agire – o meglio essere agit* – all’interno degli ambienti gamificati, in cui tutto è quantificato e ogni componente dell’interfaccia ci spinge a cicli di competizione senza fine.
Solo alla fine del percorso – perché non ci sono soluzioni tecniche valide senza una riflessione critica collettiva che le supporti – abbiamo settato assieme le impostazioni dei nostri browser e dei nostri smartphone, esplorando software alternativi e liberi, installando componenti aggiuntivi e applicazioni per garantirci una navigazione consapevole, al riparo da qualsiasi forma di profilazione commerciale.