Bernard Stiegler, l’arte come forma di resistenza all’era Iperindustriale
Mercoledi 20 aprile
H 17.00 Aula S02
Bernard Stiegler, l’arte come forma di resistenza all’era Iperindustriale. Per iscrizioni scrivere una mail a Contatti
Produrre e consumare: quali desideri e immaginari ci restano?
Vogliamo approfondire quella che Stiegler chiama “guerra estetica”, ovvero la guerra per il controllo dei simboli. A essi infatti è legata la capacità di “immaginare/sentire”: chi detiene il controllo dei simboli detiene anche il controllo degli affetti, della capacità di sentire.
Attualmente è la tecnica che detiene il controllo assoluto e impedisce all’umano d’identificarsi: è così che “io” e “noi” vengono annullati a favore di un “si” generale attraverso cui è possibile essere soltanto dei meri consumatori passivi.
Sebbene i simboli oggi rappresentino le catene in cui siamo intrappolati, è sempre attraverso loro stessi che si trova la strada della libertà. Ed è proprio su questa strada che Bernard Stiegler c’invita a camminare.
Una ricognizione sul tema dell’arte nell’opera di Bernard Stiegler a cura di Rosella Corda traduttrice dei volumi La Miseria Simbolica 1. L’epoca Iperindustriare e La Miseria simbolica 2. La catastrofe del sensibile editi da Meltemi editore nella collana Culture Radicali diretta dal Gruppo Ippolita che introduce e modera l’incontro.
L’arte come resistenza nell’epoca iperindustriale
di Rosella Corda
“Controllare è deviare “affetti” verso le motivazioni immanenti all’economia politica contemporanea. Le coscienze si prefigurano quale meta-mercato a uso e consumo del marketing. Il mal-essere corrisponde, quale ontologia dell’affetto-triste-chiave, a questa economia libidica. Come resistere allora a uno scenario catastrofico così delineato? Può darsi una forma di resistenza?”