Comunismo queer, presentazione del libro al Forte Prenestino, Roma
A più di due anni dalla sua pubblicazione, presentazione straordinaria di Comunismo queer di Federico Zappino, domenica 14 Novembre h 17.00 al Forte Prenestino di Roma.
Con l’autore dialogheranno Renato Busarello di Smaschieramenti Bologna e Caterina Peroni, attivista transfemminista; modera l’incontro il Gruppo Ippolita.
Se noi pensiamo che il capitalismo “crea” specifiche forme di sfruttamento e di esclusione, in altre parole, pensiamo anche che prima del modo di produzione capitalistico non vi fosse alcuna specifica forma di oppressione, e che il suo superamento le eliminerebbe automaticamente tutte. Il comunismo queer che propongo, invece, considera l’eterosessualità come modo di produzione che precede quello capitalistico e che, pertanto, è destinato tranquillamente a sopravvivergli, nel caso in cui il superamento del capitalismo non fosse preceduto da una sovversione dell’eterosessualità stessa.
Se vogliamo lottare efficacemente contro il capitalismo – da cui dipende l’oppressione, la diseguaglianza e la violenza attualmente esperita dal maggior numero di persone al mondo – dobbiamo farci carico delle singole modalità che lo sfruttamento o l’esclusione assumono, perché ciascuna di quelle modalità riferisce di una specifica matrice di oppressione che concorre nella definizione di ciò che, in termini generici, definiamo poi “sfruttamento”, “esclusione” e, innanzitutto, “capitalismo”. Non dobbiamo demandare al proletariato che vincerà la lotta di classe la successiva abolizione del modo di produzione eterosessuale. Noi dobbiamo piuttosto fare in modo che la nostra vittoria, in quanto proletariato, promani essa stessa dalla sovversione dell’eterosessualità.
Quando noi lottiamo genericamente contro lo sfruttamento o contro l’esclusione, ci opponiamo al capitalismo inteso come inizio e come fine di ogni oppressione possibile o immaginabile. Quando noi lottiamo invece contro le specifiche forme che lo sfruttamento o l’esclusione assumono, ci opponiamo innanzitutto a ciascuna delle singole matrici di oppressione da cui il capitalismo trae necessariamente linfa e sostanza per affermarsi e riprodursi. In entrambi i casi, si potrebbe dire, “lottiamo contro il capitalismo”. Ma è solo nel secondo caso che ci concediamo la possibilità di opporci ad esso a partire da ciò che ad esso si pone come presupposto necessario.
È solo nel secondo caso che ci opponiamo al capitalismo a partire dalle sue /cause/, anziché dai suoi effetti più immediati o visibili. Se in quanto minoranze di genere e sessuali già lo facciamo, d’altronde, è perché di quelle cause, ai più invisibili o incomprensibili, noi non cessiamo di subire gli effetti. In ciò consiste la differenza tra una qualunque forma di anticapitalismo e il comunismo queer.
Comunismo Queer. Note per una sovversione dell’eterosessualità di Federico Zappino è un volume della Collana Culture Radicali dell’editore Meltemi guidata dal Gruppo Ippolita.