Insegnare a Trasgredire – La scuola nelle intersezioni di genere, razza e classe
14 settembre, Porto Burci, Vicenza.
A seguito della presentazione di Insegnare a trasgredire di bell hooks, pubblicato nella nostra collana Culture Radicali per Meltemi, inauguriamo un ciclo di tre incontri per proseguire nella riflessione collettiva sulla scuola e la pedagogia impegnata.
Interrogare la questione pedagogica per insegnare a trasgredire è una sfida che non può essere ingaggiata senza l’ausilio della meridiana genere-razza-classe. Proprio per questo abbiamo pensato di dedicare un incontro a ciascuno di questi snodi concettuali.
Tema del primo incontro riguarderà le questioni di genere a scuola e gli orizzonti di inclusività nel contesto educativo; invitiamo tuttə a partecipare e a raccontarsi con la propria voce, proprio perché, seguendo bell hooks, “la nostra esperienza vissuta della teoria critica è fondamentalmente legata a processi di autoguarigione e di liberazione collettiva, non esiste alcun divario tra teoria e pratica. In effetti, ciò che tale esperienza rende ancor più evidente è il legame tra questi due aspetti quel processo reciproco in cui una rende possibile l’altra”.
Colonialismo Digitale
Postfazione di Ippolita per il volume Insegnare a Trasgredire di bell hooks edito per Meltemi editore
Abbiamo scelto di pubblicare questo volume nella nostra collana di libri Culture Radicali perché riteniamo importante contribuire al dibattito attorno alle questioni riguardanti la razza, il genere e la classe attraverso una voce, molto amata ma poco tradotta, capace di partire da una prospettiva critica e libertaria.
Tra le molte pubblicazioni di bell hooks abbiamo posto il focus sulla questione della formazione, della pedagogia e della trasmissione dei saperi in un’ottica non solo accademica, ma anche comunitaria.
Il nostro sforzo in questo caso va a sostegno dei e delle Black Italians che popolano in modo significativo le aule scolastiche e a cui, nella maggior parte dei casi, è negato il diritto alla cittadinanza, perché figli di genitori non italiani. Questa compagine giovanile, altamente discriminata, è parte dei movimenti studenteschi e produce movimento a sé, riempiendo le piazze con la propria istanza di lotta contro la razzializzazione e l’oppressione delle persone afro-discendenti, latino-discendenti e “non bianche” o “diversamente bianche”, con riferimento alle migrazioni dall’Asia e dall’Est Europa. Ci auguriamo che al più presto aumenti anche il numero degli insegnanti non bianchi ed è anche a loro che vogliamo dedicare questa pubblicazione, nella certezza che il pensiero di hooks sarà uno strumento importante per affrontare la loro sfida.
Abbiamo scelto di affidare l’introduzione a Rahel Sereke e Mackda Ghebremariam Tesfau’, due attiviste della blackness italiana e femministe intersezionali impegnate nella tutela dei migranti e dei richiedenti asilo, oltre che in esperienze di convivenze inter- e trans-culturali come pratiche di solidarietà politiche e antirazziste. La traduzione è di feminoska, attivista antispecista che si occupa di traduzione militante anche attraverso esperienze collettive.
Con l’occasione vogliamo ringraziare Maria Nadotti, intellettuale femminista che per prima ha portato il lavoro di hooks in Italia curando la raccolta Elogio del margine, pubblicata nel 1998 da Feltrinelli, e tessendo con l’autrice un lavoro di scambio intellettuale che ci ha permesso di conoscere da vicino il pensiero di questa compagna nera e ribelle.
Abbiamo voluto caratterizzare la pubblicazione di hooks che avete tra le mani facendola il più possibile “nostra”, partigiana, materia viva per combattere contro il dominio patriarcale capitalista e suprematista bianco.
Il collettivo Ippolita, oltre a occuparsi della collana Culture Radicali per Meltemi editore, si dedica in modo indipendente alla critica tecnologica e allo studio delle culture digitali. Ci occupiamo cioè di mettere in luce come le tecnologie creino regimi di verità, dunque saperi politicamente orientati, a partire dalla loro progettazione tecnica. Nel corso del tempo la strada ci ha portato in modo spontaneo oltre la pratica autoriale, che per noi è caratterizzata dalla scrittura collettiva, verso l’esperienza altamente contraddittoria e conflittuale dell’insegnamento. E naturalmente questo è un altro dei motivi per cui abbiamo voluto dotarci dei consigli di chi ha fatto dell’educazione una pratica radicale di libertà.