Ippolita a Usmaradio con con Plant, Zappino, Caronia, Borghi
Le interviste sono state realizzate all’interno del progetto KIN – Laboratorio radiofonico e performativo presso Santarcangelo Festival 2050 e Roberto Paci Dalò, un ringraziamento particolare a Lorenza Pignatti
- KIN 2021 – Ippolita #1
Zero, uno. Donne digitali e tecnocultura di Sadie Plant | Hanay Raja
“In Zero, Uno di Sadie Plant la tecnologia selvaggia e inaddomesticabile è sovrapposta al soggetto eccentrico del femminismo, alle amazzoni di Monique Wittig e a tutte le donne irregolari e anonime, contabili, centraliniste e segretarie, scienziate e matematiche, che hanno fatto il ‘dietro le quinte’ della storia dell’informatica. Dalla prima ‘tessitrice’ all’androide, che è sempre per definizione una ginoide, in quanto soggetto subalterno e perturbante che ha da perdere solo le proprie catene, la storia delle macchine desideranti di Plant è una fabula speculativa di schiavә in rivolta.”
- KIN 2021 – Ippolita #2 –
Decolonialità e Privilegio | Rachele Borghi, Hanay Raja
Per uscire dal colonialismo non ci si può limitare a decostruire, ma bisogna trovare il modo di agire per trasformare il mondo. Non creare un nuovo paradigma ma distruggere i paradigmi esistenti. Quante volte hai pensato a cosa ci sia dietro la parola “scientifico”? Quante volte hai dato per scontato che la scientificità di un sapere valesse per tutti, ovvero fosse universale?
- KIN 2021 – Ippolita #3 –
Dal Cyborg al Postumano | Marco Liberatore, Hanay Raja
Prima che la “theory-fiction” emergesse come interzona concettuale; prima che Mark Fisher, sulla scorta del vecchio Baudrillard, registrasse il collasso della science-fiction nei simulacri del realismo capitalista; prima che “ballardismo applicato” diventasse l’ultimo gioco in città, Antonio Caronia ha analizzato il capitalismo digitale attraverso il pensiero radicale di James Ballard, Philip K. Dick, Ursula K. Le Guin, Samuel Delany, William Gibson, Don DeLillo, che ritroviamo nei testi di questa antologia.
- KIN 2021 – Ippolita #4 –
Comunismo Queer | Marco Liberatore, Hanay Raja e Federico Zappino
La tesi di Comunismo queer è che lo sfruttamento e l’esclusione, all’interno delle società capitalistiche, non hanno solo un carattere universale, ma particolare. Di conseguenza, se vogliamo lottare efficacemente contro il capitalismo, dobbiamo fronteggiare ciascuna delle singole matrici di oppressione da cui trae linfa e sostanza per affermarsi e riprodursi.