Rahel Sereke, Nora Rodriguez e Ippolita
presentano Insegnare a trasgredire di bell hooks
Mercoledi 28 Luglio h 21.00 Porto Burci Vicenza
Insegnare a trasgredire è edito da Meltemi nella collana Culture Radicali diretta da Ippolita
Come possiamo ripensare le pratiche di insegnamento nell’era del multiculturalismo? Cosa fare degli insegnanti che non vogliono insegnare e degli studenti che non vogliono imparare? Come affrontare il razzismo e il sessismo in classe?
Intriso di passione politica, Insegnare a trasgredire fonde la conoscenza pratica dell’insegnamento e la connessione profondamente avvertita con il mondo delle emozioni e dei sentimenti. Un libro prezioso su insegnanti e studenti che osa affrontare questioni quali eros e rabbia, dolore e riconciliazione, nonché il futuro dell’insegnamento stesso. bell hooks – scrittrice, insegnante e intellettuale nera e ribelle – propone un concetto di educazione come pratica di libertà.
bell hooks, pseudonimo di Gloria Jean Watkins, è una studiosa americana il cui lavoro esamina le diverse percezioni delle donne nere e di colore e lo sviluppo delle identità femministe. In Italia sono stati pubblicati, tra gli altri, Elogio del margine. Razza, sesso e mercato culturale (1998) e Tutto sull’amore. Nuove visioni (2000).
Rahel Sereke, Nora Rodriguez e Ippolita
presentano Insegnare a trasgredire di bell hooks
Alcune citazioni dal volume:
Quando la nostra esperienza vissuta della teoria critica è fondamentalmente legata a processi di autoguarigione e di liberazione collettiva, non esiste alcun divario tra teoria e pratica. In effetti, ciò che tale esperienza rende ancor più evidente è il legame tra questi due aspetti quel processo reciproco in cui una rende possibile l’altra.
Nell’ambito dei movimenti femministi rivoluzionari e delle lotte rivoluzionarie per la liberazione nera, dobbiamo continuamente rivendicare la teoria come pratica necessaria all’interno di un quadro olistico di attivismo libertari.
Sono giunta alla teoria attraverso la sofferenza:il dolore dentro di me era così intenso che non potevo più sopportarlo. Sono arrivata alla teoria disperata, bisognosa di comprendere, comprendere cosa stesse accadendo intorno a me e nel mio intimo. Più di ogni altra cosa, desideravo che il dolore sparisse. La teoria ha rappresentato per me un luogo di guarigione.